La psicoterapia cognitiva
“Cambiare la propria vita non è facile. Cambiare la propria vita è però possibile” (Gherardo Amadei e Laura Pesenti, Introduzione all’edizione italiana del libro “Reinventa la tua vita” di J.E. Young e J.S. Klosko, 2015).
Secondo la premessa fondamentale della terapia cognitiva, il modo in cui pensiamo agli eventi della nostra vita (cognizioni) determina il nostro modo di sentire nei confronti di questi stessi eventi (emozioni). La terapia cognitiva si caratterizza per l’attenzione che attribuisce alla mente ed in particolare all’interpretazione che l’individuo dà alla realtà. Ellis e Beck, fondatori della psicoterapia cognitiva, affermano che il comportamento della persona è mediato dal significato che egli attribuisce agli eventi. Le rappresentazioni mentali del paziente (credenze, pensieri automatici, schemi) permettono, con un minimo d’inferenza, di spiegare il disagio psicologico ed il suo perpetrarsi nel tempo. Ciò che caratterizza la psicoterapia cognitiva è la spiegazione dei disturbi emotivi attraverso l’analisi della relazione fra pensieri, emozioni e comportamenti. La terapia cognitiva è finalizzata a far scoprire al paziente che le reazioni emotive che lo fanno soffrire sono causate da dei modelli di pensiero disfunzionali che danno una visione distorta della vita e che ci rendono ansiosi, depressi, arrabbiati e ci fanno assumere dei comportamenti sbagliati o disadattativi. I terapeuti cognitivi ritengono che sia possibile aiutare le persone a sentirsi meglio insegnando loro a elaborare interpretazioni differenti delle situazioni. Questo metodo viene definito di scoperta guidata, e coinvolge l’esplorazione e l’osservazione dello stile di pensiero e ragionamento, e la possibilità di pensare in maniera differente e più utile. Si tratta di un approccio attivo che insegna ai pazienti a controllare il proprio umore controllando i propri pensieri.
