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Valutazione neuropsicologica nei pazienti colpiti da ictus

Gli studi scientifici pubblicati negli ultimi anni hanno dimostrato l’esistenza di una relazione tra lo stroke ed il rischio di sviluppare una forma di demenza. Sottoporre i pazienti con ictus ad una valutazione neuropsicologica permette di valutare i disturbi cognitivi (alterazioni dell’attenzione, della memoria, del linguaggio, della percezione e così via) e, in secondo luogo, di intraprendere un percorso riabilitativo che può rallentare la progressione del deterioramento cognitivo.

Gli effetti dell’ictus cerebrale dopo la fase acuta sono dati principalmente da deficit motori, alterazioni posturali, disturbi della sensibilità e deficit cognitivi. Il trattamento di questi esiti richiede un approccio integrato che punta a diversi obiettivi tra cui: la prevenzione delle recidive, la riabilitazione dei deficit motori e delle alterazioni cognitive, il trattamento delle complicanze comportamentali. Per quanto riguarda gli ultimi due aspetti, la valutazione neuropsicologica rappresenta un indispensabile strumento d’approfondimento. Attraverso questo esame, infatti, si apprendono informazioni sul comportamento, le capacità cognitive, la personalità, le abilità apprese e il potenziale riabilitativo delle persone che hanno subito un ictus cerebrale.

L’esame neuropsicologico è composto di varie fasi:

  1. l’intervista (per rilevare la storia personale, la descrizione soggettiva dei disturbi, la presenza di disturbi emotivi e comportamentali, la consapevolezza dei disturbi, l’impatto dei deficit sull’autonomia del paziente, le relazioni familiari)
  2. l’osservazione (per conoscere i comportamenti riferiti dai familiari, dai medici e comportamenti emersi durante il colloquio)
  3. i test neuropsicologici (per approfondire le funzioni cognitive quali la memoria, l’attenzione, la percezione, i deficit spaziali, il linguaggio e così via)

L’esame neuropsicologico può essere effettuato in fasi diverse del percorso diagnostico. In una condizione ad insorgenza improvvisa, come lo stroke, è opportuno condurre tale valutazione nella fase post-acuta, quando il quadro clinico del paziente appare stabile. Generalmente è utile eseguire una prima valutazione dopo 3-6 mesi per identificare le alterazioni cognitive e le capacità conservate. Ulteriori valutazioni potranno essere utili per quantificare il livello di miglioramento eventualmente raggiunto dal paziente. I risultati della diagnosi neuropsicologica saranno poi utilizzati per la realizzazione di un piano di riabilitazione cognitiva personalizzato. La durata del trattamento viene necessariamente condizionata dalla durata della degenza; quando l’obiettivo proposto non è stato raggiunto al termine del ricovero, solitamente si propone la continuazione della riabilitazione in day-hospital. L’obiettivo finale è quello di favorire una maggiore autonomia, accrescere il benessere psicologico e alleviare la disabilità del paziente nel proprio contesto ambientale.

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